Da pioniere a protagoniste: il futuro è ancora nostro

ll ricordo più lontano nel tempo che ho dell’attività “fuori casa” di Margherita, è attorno agli anni 1957/58, vedo lei che va a Lugano per lavorare a maglia. Me li ricordo ancora bene quei lavori che portava a casa per terminarli, eseguiti con lana di un colore indefinito, erano lavori destinati a bambini bisognosi della regione.

In Finalmente cittadine! del 2021, a cura di Susanna Castelletti e Marika Congestrì, pubblicato nel mio ultimo anno di presidenza degli Archivi delle Donne Ticino, nel capitolo Paradasso della cittadinaza, la partecipazione femminile nei partiti politici ticinesi, 1949-1993, dello storico Maurizio Binaghi, ho ritrovato notizia dei lavori a maglia: *Il 14 marzo 1958 le Donne liberali radicali di Lugano e Dintorni organizzano il lavoro in una serie di lavori assistenziali, la commissione più numerosa è la Pro Albero di Natale, tra parentesi lavori a maglia, incaricata di distribuire indumenti e generi di prima necessità ai bisognosi della regione. Ecco allora apparire, in concorrenza sia ai movimenti cattolici, sia al Veglione e alla Befana Rossa, la ricorrenza del Babbo Natale liberale". Si può dire che quello fu il suo primo approccio con le donne liberali radicali. Un approccio che non nacque dal nulla. Margherita aveva respirato fin da bambina, un’aria di impegno civico e politico: il padre Walter, deputato in Gran Consiglio e municipale di Massagno, e la nonna Gina Bagutti, lettrice appassionata del Corriere della Sera, le avevano trasmesso la passione per la vita pubblica.
Dal lavoro a maglia del 1958 fino alla fine degli anni Sessanta, Margherita visse dieci anni di contatti, di esperienze, di incontri, con le Donne LR di Lugano e Dintorni e non solo. Anni in cui la solidarietà femminile e l’attenzione ai bisogni concreti si intrecciavano con la nascente consapevolezza politica delle donne. Margherita non era soltanto una donna di partito, amava la gente, la sua comunità. Con passione e determinazione ha creduto che, dopo la conquista del suffrragio femminile, le donne dovessero avere un ruolo attivo e riconosciuto nel partito e nella politica, non come comparse, ma come protagoniste capaci di incidere e di costruire il futuro della società. La sua volontà politica era chiara: dare voce alle donne, creare spazi di partecipazione e rendere la politica un servizio al bene comune.
Un passaggio fondamentale della sua storia fu la fondazione, nel 1968, del Gruppo delle Donne liberali radicali della Valgersa che Margherita promosse e guidò come presidente. Quel gruppo, nato dal basso, nei comuni della nostra regione, Massagno, Comano, Cadempino, Cureglia, Savosa e Vezia, sembra quasi già un’aggregazione, divenne un laboratorio di idee e di partecipazione, un luogo in cui tante donne trovarono per la prima volta la forza di mettersi in gioco, di formarsi e di sostenersi a vicenda. È da esperienze come quella della Valgersa e di altri Gruppi femminili creatisi a livello regionale, che ha preso slancio in un primo tempo l’Unione sottocenerina delle donne del PLR e che in un secondo temp, portò alla fondazione del Movimento cantonale, nato il 19 aprile 1980, grazie al decisivo appoggio del presidente cantonale Pierfelice Barchi.
Il Movimento non era nato per caso, né per moda. Era nato per esserci, dentro al partito e per il paese, con obiettivi chiari e decisi. Quegli obiettivi erano ambiziosi e al tempo stesso concreti: promuovere la partecipazione delle donne alla vita del partito; rafforzarne la coscienza civica; contribuire, insieme agli uomini del Partito, a trovare soluzioni per i problemi della società. Il Movimento voleva incoraggiare le donne ad assumersi responsabilità, favorire la loro presenza nei consessi politici a tutti i livelli, invitare ciascuna a vivere la politica in modo attivo, a cominciare dal gesto fondamentale dell’andare a votare.

Fondare il Movimento quale associazione femminile aderente al PLR fu necessario perché il Partito non avrebbe permesso a delle donne di candidarsi se non appartenevano ad un’associazione cantonale, come quella già presente dei giovani del PLR. Sempre da Finalmente Cittadine!, dal capitolo già citato, riassumo:
"Nel 1978 l’Unione sottocenerina propone Alma Bacciarini e Margherita Scala-Maderni quali candidate al Consiglio di Stato, la richiesta è negata. La scelta scatena la protesta di Bacciarini, sulle colonne del Dovere, le risponde Sergio Salvioni: la donna deve innanzitutto cercare e creare la sua identità politica, la scelta dei candidati è dettata dalla competenza e non dal sesso. Scegliere una donna unicamente perché donna non rappresenta il raggiungimento della parità ma è solo un privilegio!". Grande fu la loro delusione, le donne chiedevano parità, volevano partecipare, e i maschi vedevano privilegi! I candiati in lista avevano sufficienti competenze per affrontare un’eventuale elezione in Gran Consiglio? Ricordo molto bene le lunghe telefonate, le riunioni, le discussioni di Magherita con Alma, con Yva Cantoreggi, con Emma Degoli, con Jolanda de Micheli, con Germana Gaggetta e con le amiche del Mendrisiotto e del Locarnese: erano molto arrabbiate, per loro era inaccettabile l’atteggiamento del PLR nei confronti delle donne che già da 10 anni avevano conquistato il diritto di voto ed eleggibilità. Cittadine a tutti gli effetti!
Il PLR ha faticato molto ad essere aperto nei confronti di quelle donne che desideravano esserci, con il loro sapere, la loro esperienza in famiglia, di madri, di professioniste, di volontarie, di donne con le loro competenze! Se oggi celebriamo il quarantacinquesimo anniversario della fondazione del Movimento delle donne del Partito liberale radicale, è anche perché Margherita seppe intuire il bisogno e l’urgenza di creare spazi femminili organizzati. Non per dividere, ma per arricchire. Non per rivendicare contro, ma per costruire insieme.

Il suo percorso ci ricorda come i cambiamenti nascano spesso da gesti piccoli e quotidiani, dalla coerenza, la continuità e la fiducia nel prossimo. Dai lavori a maglia del 1958, alla nascita nel 1968 della Valgersa, alla fondazione nel 1977 dell’Unione sottocenerina delle DL, del Movimento nel 1980, senza dimenticare l’impegno per il suo comune, Massagno, eletta nel 1972 in Consiglio comunale, lo preside nel 1975, viene eletta Municipale nel 1984, lascerà la carica nel 2000, dopo 4 legislature, oltre quarant’anni d’impegno per la comunità. Molte sono state le sue attenzioni anche, nell’ambito pubblico-privato, come il sostegno alla fondazione degli Archivi delle Donne Ticino e la Residenza Emmy di Loreto, di cui rimase vicepresidente fino quasi ai novant’anni. Oggi il suo esempio rimane vivo. Ci ricorda che la politica non è fatta solo di leggi e istituzioni, ma anche di relazioni, di coraggio, di lungimiranza e di passione civile. Ci ricorda che la presenza femminile non è una concessione, ma una ricchezza necessaria per la democrazia. E noi, oggi, nel ricordarla, vogliamo raccogliere quella lezione e portarla avanti, con la stessa convinzione e con la stessa energia. Grazie, Margherita.

Renata Raggi-Scala
già presidente DLRT, figlia di Margherita Scala-Maderni