Comunicati

Due settimane fa, il parlamento federale ha preso una decisione storica: l’imposizione individuale è diventata realtà e – con essa – la penalizzazione del matrimonio è diventata finalmente un ricordo passato. Si tratta della più importante riforma per l’uguaglianza da decenni. È quindi ancor più incomprensibile la scelta di Centro e UDC di bloccare questo passo avanti attraverso un referendum.

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Raggiungere l'uguaglianza è un processo che richiede un'azione costante e incisiva piuttosto che discorsi e gesti simbolici: la nuova strategia delle DLRS punta a promuovere leggi e politiche che portino a un reale cambiamento nel chiaro intento di superare le barriere che ancora impediscono la piena realizzazione della parità. La neo presidente, la consigliera nazionale Bettina Balmer, guarda con fiducia all'attuazione della strategia: «vogliamo delle riforme concrete che promuovano efficacemente l'uguaglianza, e per farlo ci vogliono più donne impegnate e disposte ad assumersi delle responsabilità». La strategia è stata adottata in occasione della prima riunione sotto la sua direzione, approvati pure gli obiettivi per gli anni 2025-2027.

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In un contesto democratico, il servizio pubblico dell’informazione riveste un ruolo fondamentale non solo per garantire un accesso libero, imparziale e verificato alle notizie, ma anche per tutelare l’integrità culturale e sociale di un paese. Questo, senza escludere e valorizzare anche le espressioni del privato, assume un valore, il cui significato è particolarmente rilevante in una nazione come la Svizzera, caratterizzata da una forte diversità linguistica e regionale.

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Le Donne liberali radicali ticinesi (DLRT) accolgono con profonda soddisfazione l’esito positivo della votazione finale sull’imposizione individuale, approvata oggi dalle Camere federali. Una svolta storica per la Svizzera che segna un passaggio decisivo verso l’equità fiscale e la piena parità tra i generi. Se si concretizzerà il referendum, le DLRT continueranno a sostenere con forza una riforma liberale che favorisce la partecipazione femminile nel mondo del lavoro, un diritto umano fondamentale ma anche un motore di crescita economica e sociale.

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Il 14 giugno rappresenta una data simbolica per molte donne in Svizzera, che si sono mobilitate anche quest'anno per portare all’attenzione dell’opinione pubblica temi fondamentali: l’uguaglianza tra donne e uomini, la parità salariale, la lotta contro la violenza di genere e contro ogni forma di discriminazione. Le Donne liberali radicali si riconoscono in queste rivendicazioni nella convinzione tuttavia che il cambiamento si costruisce impostando la sveglia ogni giorno. Libertà, rispetto e pari opportunità: l’impegno quotidiano delle Donne del PLR.

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Lo sciopero di sabato 14 giugno è una data simbolica in Svizzera. Le donne si mobilitano per l’uguaglianza, scendono in piazza per rivendicare propri diritti, miglioramenti in ambito sociale e lavorativo, con particolare attenzione alla parità salariale, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla problematica della violenza di genere e per chiedere l'introduzione di misure efficaci contro la discriminazione. In queste rivendicazioni le Donne del PLR si riconoscono ma ritengono che per costruire una società davvero paritaria occorre un cambio di cultura che pone al centro il pensiero liberale radicale.

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Dietro l'iniziativa «Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità» si nasconde il rischio concreto di introdurre un sistema troppo rigido e centralizzato, che ignora la varietà delle realtà presenti sul territorio. Ospedali, case anziani, servizi per l’infanzia o per le persone vulnerabili: ciascuno ha esigenze specifiche, dinamiche proprie, strumenti già collaudati. Uniformare tutto significa rallentare l’efficienza e appesantire la macchina amministrativa.

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Il coraggio delle idee non fa rumore, ma costruisce solidi ponti. Da donna, da liberale radicale, da cittadina attiva nel dibattito pubblico, sento ogni giorno la responsabilità di difendere i pilastri della nostra democrazia, soprattutto quando vengono messi in discussione con finti moralismi legati alla patria. Tra i più importanti pilastri elvetici vi è senza dubbio il servizio pubblico radiotelevisivo, quella colla per tenere insieme la nostra Svizzera, un certo tipo di Svizzera, dove si respira una reale coesione nazionale, in un panorama di persone con le forbici in mano, pronte a dire che dimezzare il canone non cambierà niente, quando è evidente che modificherà tutto, soprattutto nella nostra Svizzera italiana.

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La riforma fiscale e sociale approvata dal popolo nel 2018 prevedeva la destinazione di risorse a un fondo volto a sostenere otto pilastri fondamentali per favorire la conciliabilità tra vita professionale e familiare. Tra questi: il riconoscimento di contributi ai datori di lavoro, l’assegno parentale, il sostegno alla spesa di collocamento dei figli, i servizi e le strutture di accoglienza, la sensibilizzazione nelle aziende (riconoscimento e certificazione), e le misure a favore dei familiari curanti.

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In tema di adozioni il focus è sempre sul minore. E fin qui ci siamo. L’adottando è l’elemento più fragile, il cui bene ed interesse devono essere al centro dell’attenzione. C’è un però. Si tende a dimenticare l’altra parte, l’adottante, ovvero la persona che ha il desiderio di avere un figlio e per svariati motivi non può soddisfarlo. Non necessita di protezione in senso stretto, ma va pure considerato, perché spesso vive una situazione di sofferenza, quasi di malessere.

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