Comunicati

La CORSI, che rappresenta il pubblico della RSI, ha promosso un incontro pubblico per riflettere sulle conseguenze dell’iniziativa «200 franchi bastano!», per approfondire e capire gli effetti finali che vanno ben oltre un semplice sì o no nelle urne perché si tratta di definire quale servizio pubblico vogliamo per la Svizzera. Al tavolo degli oratori anche il consigliere nazionale Alex Farinelli che ha messo in guardia su una votazione che non chiede se a piacerci siano «tutte le trasmissioni della RSI. Dobbiamo pensare che è in gioco l’italianità, la coesione del Paese, un’informazione corretta. E, soprattutto, è in gioco il rispetto della minoranza linguistica della Svizzera italiana. È per questo che dobbiamo batterci».

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Il rosso che amiamo: la passione, l’amore, l’intensità. Un rosso che un tempo ci nutriva, si chiamava Amore. Poi, lentamente, si è sbiadito nella rabbia, in una passione diventata ossessione, in un’intensità scivolata nella morbosità. Adesso è l’intruso nelle nostre vite. Quell’uomo che sembrava essere il nostro futuro, il nostro domani, e forse anche il nostro «per sempre», ora è solo un’ombra che divora ciò che resta di noi. E allora ci chiediamo: cosa rimane di quel noi? Rimane una vita distrutta, tormentata, vissuta sempre in punta di piedi per non svegliare l’orso che dorme, per non attivare una furia cieca che non vede più la donna che eravamo, ma solo un bersaglio da punire perché non siamo più «sue». Il sole diventa tempesta, la vita diventa sopravvivenza.

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L’identità delle Donne liberali radicali ticinesi si fonda sull'eredità storica delle pioniere del movimento, un’identità celebrata in occasione dei 45 anni. L’anniversario è stata un’occasione speciale per rendere omaggio all’impegno e all’orgoglio di tutte coloro che hanno rotto gli schemi del loro tempo, lasciando un'impronta indelebile nella storia dei diritti femminili e del Partito; per riflettere sull'agire liberale radicale al femminile che lavora e incide positivamente sul tessuto sociale e politico. Domenica 5 ottobre il carattere distintivo che ha segnato le Donne liberali radicali ha illuminato la sala del cinema Lux di Massagno con la promessa di rinnovare lo slogan coniato 45 anni fa per sottolineare la nascita del movimento femminile cantonale del PLR: «Con il partito, per il paese».

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Un gesto di gratitudine e di riconoscimento è stato tributato simbolicamente alle Donne del PLR che si sono battute affinché certi diritti siano oggi un’ovvietà. I loro nomi hanno illuminato per un momento la sala del Lux di Massagno. Un gesto semplice ma che ha trasformato lo spazio in un tributo vivo e condiviso. Un’azione commemorativa per ricordare quanto la loro forza continui a ispirarci, come sottolineato dalla presidente Mari Luz Besomi-Candolfi che ha tenuto a ringraziare tutte le persone che con le loro dediche e la loro generosità hanno reso indimenticabile l’azione «Dedica una poltrona».

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In queste mie brevi considerazioni mi riallaccio ad un libro pubblicato in Francia «Les grandes oubliées. Pourquoi l’histoire a effacé les femmes» di Titiou Lecoq, in italiano tradurrei «Le grandi dimenticate. Perché la storia ha cancellato le donne». L'autrice inizia raccontando come nei libri di storia e di scienza si sia sempre parlato degli "uomini delle caverne" mentre raramente si menzionano “le donne delle caverne”.  Questo meccanismo di dimenticanza si è protratto nel tempo e ancora oggi in tanti campi, ad esempio nella fiscalità la donna è ancora dimenticata. Come mai? Come mai non si vuole permettere alla donna che si sposa di rimanere un soggetto fiscale? Già nel 1978, Alma Bacciarini con altri firmatari presentarono un’iniziativa parlamentare per richiedere la tassazione separata dei coniugi, 47anni fa, a cui seguì un’iniziativa di Carla Agustoni per introdurre l’obbligatorietà della firma della moglie nei documenti ufficiali.

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Vi ringrazio per l’onore che avete conferito, ai liberali di Massagno e a me, di partecipare alla commemorazione  della vostra Associazione ricordando la sua prima Presidente Margherita Scala-Maderni e, con lei, tutte le donne liberali – a cominciare da quelle storiche dell’800; donne – dalle più umili a quelle intellettualmente più preparate – impegnate a difendere la loro condizione e a lottare per quella promozione politica femminile che, infine, avete ottenuto con il suffragio universale (giunto però soltanto dopo la metà del secolo scorso). Citerò soltanto un nome, quello di Margherita, perché questa manifestazione è dedicata particolarmente a lei, ma idealmente accenderò tutte le poltrone della sala – complimentandomi per l’originale inziativa che avete avuto – per ringraziare tutte le donne che, con maggiore o minore visibilità, hanno condiviso aspirazioni e lotte per la promozione femminile ticinese.

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ll ricordo più lontano nel tempo che ho dell’attività “fuori casa” di Margherita, è attorno agli anni 1957/58, vedo lei che va a Lugano per lavorare a maglia. Me li ricordo ancora bene quei lavori che portava a casa per terminarli, eseguiti con lana di un colore indefinito, erano lavori destinati a bambini bisognosi della regione.

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È con emozione che vi raggiungo mediante questo mio scritto in una giornata di grande festa: celebrare quarantacinque anni del Movimento Donne liberali ticinesi significa onorare un cammino e rilanciare una visione. Quando una donna fu eletta per la prima volta alla guida di una Città ticinese, si aprì un orizzonte nuovo.

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Oggi festeggiamo i 45 anni delle Donne del PLR Ticino, movimento fondate nel 1980, nove anni dopo l'introduzione del diritto di voto alle donne. Il diritto delle donne di votare ed essere votate è stato allora una grande pietra miliare simile all'introduzione del nuovo diritto matrimoniale nel 1988 e, si spera, anche all'introduzione dell'imposizione individuale. C'è ancora molto da fare per le donne.

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Ci sono battaglie che non finiscono mai davvero. Ci sono sogni che non smettono di camminare, di generazione in generazione. E ci sono donne, alcune sono qui oggi con noi, che ci hanno preceduto e hanno avuto il coraggio di credere che tutto questo fosse possibile. Quando penso ai 45 anni delle Donne liberali radicali ticinesi, non penso a un numero. Penso a volti, a mani che hanno lavorato senza sosta, a voci che si sono alzate anche quando sarebbe stato più facile restare in silenzio. Penso alle “prime”, a quelle che hanno avuto la forza di non arrendersi, e che hanno aperto strade dove prima c’erano solo muri. E oggi, quelle strade sono lì. Ma lo sappiamo: non sono ancora abbastanza larghe, né abbastanza sicure. Ci sono ancora troppe donne che rinunciano, che rallentano, che si sentono dire “non è il momento giusto”. Troppe che pagano un prezzo invisibile per ogni passo avanti.

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