Diamo un futuro all'AVS

Il prossimo autunno saremo chiamati/e a votare sulla riforma AVS21. Questo disegno di legge si propone di dare un futuro al sistema pensionistico svizzero ma sia la sinistra che i sindacati hanno lanciato il referendum. La posta in gioco è dunque alta.

Un fatto certo, il sistema dell'AVS deve essere alleviato e dissociato dalle preoccupazioni finanziare, questo significa colmare il deficit che preme sul primo pilastro; su questo punto tutti sono d’accordo, diverso il discorso sul come riuscirci. Con la riforma AVS21, il Consiglio federale intende consolidare la previdenza vecchiaia fino al 2030, rispondendo alle esigenze degli assicurati con un passaggio più flessibile all'età di pensionamento e il prolungamento dell'attività professionale. La stabilizzazione finanziaria sarebbe raggiunta da una parte mediante l'allineamento dell'età di pensionamento delle donne a quella degli uomini, e dall’altra da un innalzamento dell'imposta sul valore aggiunto. AVS21 dovrebbe permettere di garantire la previdenza per i prossimi anni senza riduzioni e tagli alle pensioni. Il comitato referendario pretende invece che a pagare il prezzo della riforma siano le donne, già penalizzate da rendite vecchiaia più basse.

Ampio sostegno ad AVS21

Molte donne sono comunque a favore della riforma, come le Donne del PLR svizzero che si schierano dietro AVS21, riconoscendo l’importanza di interventi sistemici e della necessità di un allineamento dell’età pensionabile. Le donne vivono in media quattro anni di più e percepiscono le rendite del primo pilastro per un periodo più lungo. Il progetto di revisione tiene conto in modo mirato delle donne: le prime 9 classi di età beneficeranno infatti di misure di compensazione sotto forma di supplementi di rendita. La flessibilizzazione dell’età pensionabile permetterà inoltre di lavorare più a lungo rispetto ai 65 anni e pertanto di migliorare la propria pensione ma anche di compensare i contributi mancanti; al contempo rappresenta un segnale forte per le lavoratrici, i lavoratori e le imprese. E avrà quale effetto secondario di attenuare la penuria di manodopera in Svizzera.

Previdenza delle donne

Presidente e Comitato delle Donne liberali radicali ticinesi sono aperte all’idea di parificazione a 65 anni dell’età pensionabile purché sia compensata da misure a favore delle donne che continuano a subire discriminazioni a livello di disuguaglianza salariale e copertura insufficiente nel secondo pilastro. Per la Presidente, Mari Luz Besomi-Candolfi, è proprio nel secondo pilastro che andrebbero apportate le correzioni in modo da garantire una migliore copertura assicurativa alle donne che percepiscono rendite di previdenza professionale ridotte perché lavorano meno nel corso degli anni o sono attive a tempo parziale. Le DLRT intendono dare il loro contributo al dibattito sull’AVS21: l’assemblea di settembre sarà un’occasione privilegiata!