In un simile contesto un’adozione non significa solo offrire ad un minore una possibilità di vita migliore, ma è anche un enorme chance per i futuri genitori di diventare delle persone più complete. Pertanto, la decisione del CF di incaricare il DFG di elaborare un progetto di legge che metta uno stop alle adozioni internazionali per evitare gli abusi in materia, è incomprensibile e assurda.
Innanzitutto perché non è certo con un divieto che si raggiunge l’obiettivo. In secondo luogo, poiché nega a dei minori una nuova vita famigliare e un futuro, ma anche poiché tocca nel profondo tutte quelle persone che, già provate per il fatto di non avere dei figli biologici, si vedono negare uno dei bisogni più primordiali dell’essere umano. Per questi potenziali genitori l’adozione internazionale è di fatto l’unica via percorribile, poiché quelle nazionali sono fortunatamente molto contenute, grazie ad un importante apparato sociale, che offre valide alternative alla nascita di un figlio in un contesto difficile. Il nostro ordinamento giuridico non assicura il diritto di avere dei figli, ma consente, tramite soluzioni alternative, di creare una famiglia a tutti gli effetti, passando, appunto, attraverso un’adozione. Chi effettua questa scelta, lo si deve pur dire, non pensa solo al bene del futuro figlio, che toglie da una vita di miseria e stenti, ma anche a sé stesso. Oltretutto, affrontando una procedura con un certo costo, complessa dal profilo formale, ma anche e soprattutto personale, per cui devi essere determinato e motivato da una profonda convinzione.
Quindi, il CF, lavorando con una superficialità che stupisce, non solo ha prospettato una soluzione che non protegge il bambino, ma che è inutile allo scopo della tutela contro gli abusi, che continuerebbero con o senza Svizzera. In più, è profondamente iniqua anche per una parte dei suoi cittadini adulti. È difficilmente immaginabile che uno Stato, chiunque esso sia, prospetti una legge che, per finire, non raggiunge lo scopo e ostacola la formazione della famiglia. In termini generali, non può non destare preoccupazione l’agire del CF, ed in particolare del consigliere di riferimento, nell’affrontare una questione così delicata e con così tante implicazioni indirette con un approccio da elefante in una cristalleria.
Michela Ferrari Testa
avvocato e mamma adottiva