La mia Lugano di domani

Partendo dai progetti, nati da visioni abbastanza lontane nel tempo, e dalle stimolanti proposte emerse dal Pdcom, ho immaginato Molino Nuovo, porta d’entrata a nord, trasformato in un nuovo centro vivo con l’Università e il Polo sportivo, collegato al lago dal fiume Cassarate riqualificato; il Piano della Stampa, non più grigio come le sue carceri ma pulsante di energia giovanile, e non solo, dedita allo sport e allo svago; un Campo Marzio movimentato da congressi internazionali ed eventi, attorniato dal verde che si proietta sul Parco Ciani e verso il lago, per poi usufruire di un lungo lago da Gandria a Melide.

Il verde, sognato da tutti, dei parchi e dei boschi, con percorsi di mobilità lenta che si irradiano sul territorio... la famosa maglia verde. Un centro vivo e vivace, di commerci e abitanti. I quartieri, collegati al centro con mezzi e servizi, non più periferie dimenticate ma ognuno con le sue peculiarità, con la propria umanità, in cui operano le associazioni che conoscono meglio di tutti il territorio.

Immagino una bellissima stazione, centro nevralgico dei trasporti, dove arriva AlpTransit per proseguire a sud, come è doveroso che sia. Un aeroporto funzionante e un tram-treno che collega i quattro angoli della città con gli estremi del Luganese. Una Città innovativa che pone condizioni quadro per facilitare le imprese, che debbono essere in connessione con le Università e in grado di accogliere studenti, professori, ricercatori e professionisti: il centro di una rete complessa, fatta di scambi culturali e sociali, di relazioni e di vite; uno scambio proficuo tra il mondo del sapere e il mondo delle imprese, humus formidabile per attrarre “cervelli”, compreso i nostri figli. Il LAC, i teatri, i musei, la città della musica, elementi attorno ai quali si sviluppano iniziative culturali private, dalle gallerie, agli atelier, ai locali con musica live.

Immagino una città dove i giovani, le famiglie, uomini e donne di ogni età e provenienza trovino i loro spazi, dalle abitazioni accessibili con concezioni innovative, ai luoghi ideati per una partecipazione dinamica. I giovani, in particolare, non hanno bisogno di feste, ma hanno bisogno di incontrarsi ed esprimersi, per una sana aggregazione: atelier, officine creative, biblioteche, centri di formazione e ideazione culturale e, perché no, spazi intergenerazionali affinché anche gli anziani non siano messi su un binario morto. Zurigo, Losanna, Ginevra e anche in altre città della nostra dimensione, hanno investito molto nel favorire attività e creazione di ambienti, non calati con accondiscendenza dall’alto, ma condivisi e che sanno autoalimentarsi. Bellissimi progetti replicabili anche da noi: sia attorno alla zona del Campus, sia con il recupero di altre aree, i cosiddetti “non luoghi” che potrebbero trasformarsi in veri spazi di incontro, aggiunti a quanto avevamo immaginato con la “Lugano Creativa” o la riqualifica dei comparti dell’ex-Macello. Che meravigliosa città immagino! Accogliente, internazionale e di grande fermento, attenta alle diverse comunità straniere pur sempre cittadini di Lugano; una Città che non lascia indietro nessuno, sostenibile, smart, attenta ai diritti fondamentali, che non ti fa sentire solo. Una Città empatica! “Un governo composto di uomini indifferenti è il peggiore di tutti i governi, perché l’’indifferente, non avendo per motore alcuna passione gentile, né essendo animato da vero pensiero generoso, è per sua natura inerte, vittima dell’intrigo, dell’astuzia e della altrui passioni” scriveva il Battaglini nel 1860.

Già! Ma per essere parte di un sogno e di un progetto che si realizzi, bisogna essere nel progetto. Visioni e sogni che, purtroppo, si scontrano spesso con la realtà. L’ente pubblico ha processi e tempi di realizzazione molto lunghi dettati dalla burocrazia, a volte dalla confusione nelle premesse e dalla lentezza nei processi decisionali o nello smodato uso dei ricorsi che rischiano di affossare i progetti, facendoli nascere già morti. Capisco che non è facile perché tutto è veloce. È difficile pianificare quando viviamo in uno stato di emergenza permanente, che rende complesso il nostro lavoro e quello del Municipio, cioè quello di riuscire a riflettere e pianificare, ma anche di dare risposte veloci alle difficoltà contingenti che il cittadino si ritrova ad affrontare quotidianamente.

Spetta a noi tutti impegnarci a far accadere le cose, perché ci crediamo. Come diceva qualcuno “la democrazia certo è ascolto, ma alla fine è decisione”. Sappiamo che il futuro non è roseo, soprattutto per le finanze cittadine. Bisognerà imparare ad essere trasparenti e dire, quando necessario, che l’ente pubblico non può tutto e che ogni cosa ha il suo prezzo. Questo non vuol dire non fare nulla, ma risparmiare laddove si deve e investire, coinvolgendo anche i cittadini, per realizzare quella Lugano desiderata e non solo immaginata: positiva e attrattiva per chi viene da fuori, ma soprattutto per chi vi abita in questa nostra bella Lugano, che deve tornare ad essere la locomotiva del Cantone!

Morena Ferrari Gamba

prima cittadina di Lugano