L’associazione LaScuola in una nuova veste

Ha assunto la presidenza come sfida per rilanciare un vero dibattito sulla scuola e per la scuola: Luana Monti Jermini ci parla di sfide e priorità de LaScuola, l’associazione di ispirazione liberale radicale, il cui obiettivo principale è di creare una comunità di docenti determinati a promuovere contenuti validi e realistici per tutto il sistema scolastico e formativo ticinese.

Luana Monti Jermini. Cosa comporta la presidenza di un’associazione di ispirazione liberale radicale che parla di scuola?
Dopo un periodo di relativa calma, il nostro partito ha sentito la necessità di rilanciare l'associazione LaScuola, al fine di stimolare approfondimenti e dibattiti sui temi dell’educazione e della formazione professionale. L’intento è quello di trovare soluzioni alle esigenze attuali e a quelle future, e di favorire lo sviluppo di idee nell'ambito formativo. Questi obiettivi si allineano ai valori dei liberali radicali, che hanno sempre avuto a cuore il futuro dell'istruzione in Ticino. Siamo fermamente convinti che l’educazione giochi un ruolo cruciale nel destino dei nostri giovani e che i docenti abbiano una responsabilità fondamentale nel plasmarne il futuro.
Ho assunto questa presidenza come sfida per rilanciare un vero dibattito sulla scuola e per la scuola. Abbiamo formato un gruppo di lavoro propositivo e appassionato di scuola, costituito da un comitato, che rappresenta tutti gli ordini scolastici. Nostri membri partecipano attivamente al gruppo "Formazione e Cultura" del PLRT; rappresentano l’associazione nel comitato dei Sindacati Indipendenti Ticinesi (SIT), a cui siamo affiliati, e all’interno del Comitato cantonale del PLR. Abbiamo inoltre un rappresentante dell'associazione nel "Gruppo di accompagnamento per il superamento dei livelli della scuola media". Come gruppo siamo sempre aperti ad accogliere nuovi membri, pertanto chi fosse interessato a partecipare può segnalarlo alla nostra email info@associazionelascuola.ch.

La nuova legge sulla scuola dell’obbligo è un passo per un dibattito vero sulla scuola?
Questa nuova legge avrebbe potuto fungere da trampolino di lancio per un dibattito ampio, ma la consultazione aperta dal DECS non ha visto – nella lista ufficiale degli invitati – le associazioni di categoria, quelle direttamente legate al mondo della scuola. LaScuola ha voluto allora inviare all’attenzione della consigliera di Stato le sue osservazioni in merito, unitamente alla richiesta di analizzare attentamente l’atto normativo, ritenuto da noi lacunoso e non aggiornato in diverse parti.
Infatti riteniamo che un vero dibattito sulla scuola, per avere un senso compiuto, dovrebbe essere lanciato e aperto in modo ampio all’interno della scuola stessa, dove si trovano gli attori direttamente coinvolti, e cioè i docenti e gli allievi. Qualcuno ha mai chiesto ai professionisti, ai docenti, quale sia la loro visione della scuola? Eppure, sono proprio i docenti a conoscere nel dettaglio piani di studio e testi programmatici. Sono loro a possedere la competenza necessaria per poterne fare una lettura critica e per declinarli in rapporto al contesto e ai destinatari della lezione. Pur nel rigoroso rispetto delle finalità istituzionali, l’insegnante non sarà mai un semplice esecutore, ma piuttosto la persona che, grazie all’autonomia didattica di cui dispone, diventa responsabile del mandato che assume.

Quali sono gli ambiti che meritano approfondimenti e sui quali LaScuola intende portare l’attenzione?
LaScuola ha come obiettivo principale quello di creare una comunità di docenti determinati a promuovere contenuti validi e realistici per tutto il sistema scolastico e formativo ticinese. Attraverso il nostro impegno, miriamo a rafforzare l'autorevolezza dei docenti all'interno del Partito liberale radicale ticinese (PLRT), a fornire supporto e ad influenzare le decisioni politiche in materia di istruzione e formazione professionale e a contribuire al miglioramento complessivo del sistema educativo.
Un ambito particolarmente caro all’associazione è quello del passaggio dalla scuola media alla formazione post-obbligatoria. Su questo tema abbiamo proposto nello scorso mese di novembre la tavola rotonda “Fare per sapere” con lo scopo di mettere a confronto aspetti dell’orientamento, dell’economia e della formazione. Siamo molto attenti al tema delle scuole comunali, in particolare alla situzione della scuola dell’infanzia. Tra i punti che senz’altro intendiamo discutere c’è l’insegnamento del tedesco nella scuola media.
Ci tengo a ricordare che nel nostro periodo di attività, il nostro comitato ha promosso le seguenti attività:

  • Conferenza con il professor Giuseppe Riva dal titolo "I talentuosi cervelli dei nativi digitali".
  • Tavola rotonda sulla formazione professionale, con interventi interessanti da parte dei relatori Monica Duca Widmer, Franco Gervasoni e Paolo Colombo, oltre alla partecipazione attiva del pubblico.
  • Visita al nuovo Campus SUPSI a Viganello, accompagnati da Milena Properzi, direttrice del Dipartimento tecnologie innovative.
  • Incontro con i candidati del PLR al Consiglio di Stato.
  • Incontro con i candidati al Gran Consiglio e aperto a tutti gli interessati.
  • Organizzazione di un ampio dibattito sulla scuola in occasione del 50esimo della scuola media.

L’orientamento alle scelte professionali e di studio sono ancora legate agli stereotipi di genere, malgrado i passi avanti fatti. Qual è l’impegno de LaScuola per una cultura paritaria in ambito formativo?
Interessante è prendere visione del documento Demos 1/21 dell’Ufficio federale di statistica del giugno 2021 dedicato interamente alle donne. Vi si legge che “ci sono differenze persistenti nelle scelte di formazione”. Complessivamente, dal 2010, le donne che hanno ottenuto il diploma di una scuola universitaria sono state più numerose degli uomini. Tuttavia, la loro distribuzione varia a seconda del tipo di scuola universitaria e del settore di studio.
Nel 2019/2020, a livello di bachelor/master UNI, le donne seguono in maggioranza gli indirizzi «lingue e letteratura» (76%), «scienze sociali» (75%), «diritto» (63%), «medicina e veterinaria» (86%) e «farmacia» (78%). Al contrario, nello stesso anno accademico, sono invece rimaste sottorappresentate negli indirizzi «scienze economiche» (36%), «scienze esatte» (21%), «settore delle costruzioni e geodesia» (38%), «ingegneria elettrotecnica ed elettromeccanica» (15%). Per quanto riguarda i diplomi/bachelor delle SUP, le donne hanno continuato ad essere in netta maggioranza nel 2019/2020 nei settori del «lavoro sociale» (76%), della «sanità» (86%) o del «design» (64%), mentre sono ancora in minoranza nei settori «architettura, edilizia e progettazione» (30%), «tecnica e informatica» (9,8%) o «agricoltura ed economia forestale» (37%).
Persistono differenze tra donne e uomini in termini di scelta di orientamento e di settore di studio, anche se occorre tenere conto dei segnali che indicano una progressiva riduzione di tali differenze, come mostra l’esempio degli sviluppi nella quota di donne negli indirizzi MINT.
Le scelte professionali non sono necessariamente legate a stereotipi di genere, ma piuttosto a scelte orientate da interessi e inclinazioni personali. Vero è che nel momento della scelta di studio dovrebbe essere data la possibilità di sperimentare e conoscere meglio le diverse proposte di formazione con un orientamento a tutto tondo.
Fatta questa premessa, l’associazione promuove l’idea di aumentare gli spazi per le lezioni a carattere opzionale nel ciclo di orientamento alla scuola media. Ciò permetterebbe a tutti, indipendentemente dal genere, di sperimentare attività legate anche a quelle discipline meno “femminili”. Promuovere momenti di incontro tra allievi/e con ragazze che svolgono attività ritenute ancora prettamente “maschili” sarebbe una possibilità per superare questo scoglio.

Da marzo presiede anche la sezione PLR di Orselina: queali sono quali sono le aspirazioni, come donna PLR, per le Comunali 2024?
Ho il piacere di presiedere la sezione di un comune molto speciale, sia dal punto di vista paesaggistico che umano. Un comune accogliente e piccolo per numero di abitanti. Siamo quindi confrontati costantemente, come accade del resto anche in altre realtà, con un’adesione politica bassa. In Consiglio comunale sono l’unica donna per il nostro gruppo, ma possiamo contare in Municipio su una valida rappresentante nell’attuale vicesindaco. Pertanto, l’auspicio è quello che si possa riuscire ad avere un sindaco donna!