Le dodici misure per la conciliabilità liberale

«In una società liberale, le donne e gli uomini devono essere in grado di plasmare la propria vita in modo libero e autonomo. Le pari opportunità e la libertà di innovazione devono consentire ai cittadini di sfruttare tutto il proprio potenziale e di dare il proprio contributo allo sviluppo della società. Le pari opportunità sono la pietra miliare di questa politica familiare e sociale liberale radicale. La libera scelta del modello familiare e della crescita dei figli richiede condizioni quadro moderne e concrete, come già succede in molte aziende». Questo è l’incipit del documento sui 12 principi per una conciliabilità lavoro-famiglia per il presente e per il futuro presentato lo scorso 16 gennaio al parlamentino del PLR.

Si tratta di un documento di lavoro – che analizza il tema senza ancora entrare nel dettaglio di proposte concrete o modifiche legislative – voluto quale base per i futuri interventi del PLR. Il tema è stato oggetto di dibattito in occasione del comitato cantonale di inizio gennaio. Moderata dalla granconsigliera Natalia Ferrara, e animata dal direttore della Camera di commercio, Luca Albertoni, dall’imprenditrice Beatrice Fasana e dal coordinatore del gruppo di lavoro che si è occupato della redazione del documento di lavoro, Paolo Toscanelli, la tavola rotonda ha dato spunti interessanti e utili all’attività del PLR nei prossimi mesi, fra questi la difficoltà generata dall’attuale apparato legale, che frena la flessibilità nel trovare soluzione pragmatiche per rispondere alle mutate esigenze della società in ambito di conciliabilità tra attività lavorativa e vita privata. Albertoni ha portato l'attenzione su una legge sul lavoro «vecchia» che dovrebbe trovare un approccio più attuale e moderno, agendo ad esempio su orari e periodi d’apertura dei nidi d’infanzia. Un secondo aspetto emerso è stato quello della complessità e rigidità normativa che molto spesso blocca l’attività imprenditoriale di chi vorrebbe aprire nuovi asili nido sul territorio.  Un ammodernamento delle regole è più che necessario per far fronte alla carenza di strutture d’accoglienza.

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