Per corrispondere, nella maniera più diretta, all’onore che ci conferite, rievocherò le esperienze personali che ci hanno fatto apprezzare le principali doti umane e politiche di Margherita, delle quali abbiamo approfittato, noi nella nostra Sezione e voi nei vostri Movimenti. Sono giunto a Massagno, negli anni ’70, ricco di sentimenti liberali ma piuttosto digiuno dei confronti politici. Per fare numero sono stato subito chiamato nella Sezione – già allora minoritaria – accolto da alcune famiglie di liberali: agguerriti, piuttosto pugnaci, gli uomini; più riservate le donne. Ringrazio tutti per l’esperienza che mi hanno trasmesso, ma specialmente devo ringraziare Magherita!
Margherita, donna dall’intelligenza viva e fattiva, assolutamente convinta delle idee liberali, sempre pronta a lavorare nel partito, quasi fosse un furiere, un prezioso furiere! Donna apparentemente riservata, ma sempre attenta, Margherita aveva la finezza del politico accorto; stava ad ascoltare le idee di tutti, chiedeva di spiegare le ragioni e, alla fine, esprimeva il suo parere; ma quando non era convinta, non aveva timore a dichiararsi non pronta… e diceva: mah, vedremo! Era, questo, l’atteggiamento di donna sicura di sé, ma desiderosa di approfondire anche le idee degli altri: atteggiamento pienamente liberale. Era un comportamento che lei dimostratava pure verso gli altri partiti, anche verso quel partito conservatore che, forte del suo strapotere di voti, non ci lasciava fiatare tanto: ma lei, con gentilezza e superiorità intellettuale, riusciva a parlare anche con quelli che, allora, avevano a capo uno che, improvvidamente, io avevo pubblicamente chiamato “ducetto”.
Margherita – per istinto umano e per accortezza politica – sapeva superare con dignità anche atteggiamenti contrari al suo pensiero o alla sua persona, diventando così un esempio di quella metodologia di tolleanza che dovrebbe caratterizzare il dibattito nella democrazia svizzera. Ne ho avuto un esempio concreto, che riporto quale testimonianza di una mia indelicatezza nei suoi confronti e di dignità della sua reazione umana fu quando, dopo una elezione che le avrebbe permesso di entrare nel Municipio o nel Consiglio comunale, io la invitai nel mio ufficio, chiedendole di rinunciare al Municipio: mi guardò negli occhi, senza parole, poi si avvicinò alla finestra quasi per prendere aria migliore… e io vidi che stava per piangere. Rapidamente, lasciai perdere ogni altra ragione, richiamando la mia comprensione umana nei confronti dell’amica che, oltre tutto, si era posta il traguardo del Municipio per poter meglio servire il suo paese! Margherita mi affiancò perciò in Municipio, portando anche in quel campo la sua disponibilità a conoscere e a concordare. E non tornò più sull’epiosodio, dimostrando grandezza d’animo e comprensione umana e politica che, purtroppo, non hanno sempre animato altri politici, anche del nostro partito. Nel citare questo episodio, ho voluto documentare l’importanza del rispetto umano e della tolleranza nel confronto politico; l’augurio è che il vostro Movimento – palestra di scambi politici – approfitti della sua forza per mostrare a tutti i cittadini/elettori l’esigenza della partecipazione alla vita della nostra democrazia, volta al benessere comune che, per essere giusto ed equilibrato, deve poggiarsi sui contributi di ognuno, in un clima di tolleranza e responsabiiltà.
L’attaccamento al partito e l’intelligenza nel contribuire a valorizzare l’impegno delle donne, raggruppandole in un Gruppo, hanno portato Margherita a fondare (già nel 1968) il movimento delle Donne della Val Gersa (nella quale è poi subentrata la figlia Renata) e, più tardi, il Movimento sottocenerino delle donne che è stato la radice della vostra Associazione cantonale da lei presieduta fino al 1985.
La mia lode va però anche oltre, e precisamente all’impegno di Margherita nel fondare l’ Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino che essa volle presentare ai liberali di Massagno nella sua bella casa di Melano. Questa volontà di raccogliere i documenti del passato – cioè la storia – è esemplare per chi sa che la politica serve per guardare in avanti, nel futuro del benessere generale, ma voltandosi anche indietro per recuperare i valori del passato ricordando le lotte combattute per ottenerli: anche in ciò, Margherita ha dimostrato la qualità del suo impegno politico: dovrebbero prenderne atto anche quegli uomini liberali che – una volta superato il periodo delle cariche – non cercano il piacere di parlare ai più giovani per scambiarsi le idee sui valori e le esperienze ed anche sugli errori del passato, affinchè la democrazia possa prenderne atto ed evolvere.
In apertura, ho ricordato le donne “storiche” e tutte quelle che hanno combattuto non soltanto per i diritti ma anche per quella loro crescita intellettuale grazie alla quale la società si è arricchita dei contrbuti femminili (che il maschilismo faticava a riconoscere). Malgrado tutto, le donne hanno continuato le loro lotte: anche nell’agone politico, perché, diciamo la verità, per essere eletti qualche volta basta poco; ma per le donne… prima, dimostrino di valere: ricordate? “i donn? Stagan a cà a fa la calzéta!*.
A mio avviso, è nel 1995 che le nostre donne hanno coronato la loro parità nel mondo politico non perché è stata eletta la prima donna in Consiglio di Stato, ma perché una forte maggioranza degli elettori ha condiviso il programma elettorale liberale che essa, invece di adagiarsi su quello del partito, aveva arricchito quale impegno per un rinnovamento liberale in un Paese teso allo sviluppo equilibrato. Volutamente, non cito il nome – che è sulla bocca di tutti – di questa nostra amica, perché – con tutta la stima e la riconoscenza nei suoi confronti – in questo momento desidero sottolineare non il suo successo personale, bensì il suo grande merito nell’avere portato la maggioranza elettorale del Ticino a riconoscere nelle donne il loro “label” di qualità politica. È stata la conferma che voi avevate raggiunto la piena padronanza del pensiero e dell’azione politica all’interno della nostra democrazia. E la dimostrazione è giunta anche dal clima di proficua collaborazione che, in quel periodo, fu possibile realizzare, all’interno del CdS, quando, grazie al peso elettorale rappresentato dal rinnovato programma liberale, i nostri due rappresentanti in Governo poterono discutere con i loro colleghi in un clima di quella concordanza – basata su un confronto serio, motivato e approfondito – che è la sola davvero preziosa per il Paese. Il clima purtroppo è cambiato, a partire dal 2007; da allora, le nostre donne persero l’occasione di poter servire il nostro apparato democratico anche più in alto; però, il loro valore è rimasto: lo dimostrano nei Municipi (anche come Sindache di valore ), nei Consigli comunali, in Gran Consiglio (anche alla testa del Gruppo). Le ringraziamo.
La rievocazione di situazioni e fatti utili per la preparazione di questo intervento mi porta a concludere reiterando l’ammirazione per la qualità delle nostre donne e per la loro volontà a contribuire con impegno alla nostra vita democratica. Ma la conclusione diventa ancor più positiva, quando constatiamo la vivacità e l’organizzazione dei vostri Movimenti. È una constatazione che ci consola, a fronte di altri decadimenti e, specialmente, delle preoccupazioni per la nostra Società e per la democrazia che, proprio in questi giorni, si sono aggravate. Possiamo pensare che la vostra Associazione sappia sfruttare il proprio corpo variegato, diffuso in tutto il Cantone, per intensificare i contatti con i cittadini, comprendere le loro esigenze, rassicurarli sulle capacità di reazione della nostra democrazia, sentire e discutere le diverse soluzioni per raddrizzare l’equilibrio del nostro Stato? Insomma, carissime amiche, siete pronte a riprendere la lotta, questa volta per aiutare il nostro apparato politico a trovare le soluzioni necessarie per la rinascita di uno Stato liberale sano, equo ed equilibrato?
La ricorrenza del 50esimo della vostra Associazione non è tanto lontana: speriamo che – anche grazie al vostro impegno - sia pure l’occasione per festeggiare un Ticino uscito dalle turbolenze!
Auguri, dunque, a voi e al Paese.
Piero Früh