Rendere a ogni donna la sua autonomia fiscale

In queste mie brevi considerazioni mi riallaccio ad un libro pubblicato in Francia «Les grandes oubliées. Pourquoi l’histoire a effacé les femmes» di Titiou Lecoq, in italiano tradurrei «Le grandi dimenticate. Perché la storia ha cancellato le donne». L'autrice inizia raccontando come nei libri di storia e di scienza si sia sempre parlato degli "uomini delle caverne" mentre raramente si menzionano “le donne delle caverne”.  Questo meccanismo di dimenticanza si è protratto nel tempo e ancora oggi in tanti campi, ad esempio nella fiscalità la donna è ancora dimenticata. Come mai? Come mai non si vuole permettere alla donna che si sposa di rimanere un soggetto fiscale? Già nel 1978, Alma Bacciarini con altri firmatari presentarono un’iniziativa parlamentare per richiedere la tassazione separata dei coniugi, 47anni fa, a cui seguì un’iniziativa di Carla Agustoni per introdurre l’obbligatorietà della firma della moglie nei documenti ufficiali.

Sono figlia di Margherita Scala-Maderni e standole accanto mi sono impregnata del suo desiderio di vedere la donna riconosciuta in tutti gli ambiti. Nel 1985, mia madre con Caterina Colombo-Wälti, Enrica Pesciallo-Bianchi e Dania Poretti Suckow elaborarono un primo documento che confrontava i sistemi fiscali applicati ai coniugi in diversi paesi. Dall’analisi emerse che

  • In Francia, persisteva una visione fiscale fondata sul nucleo familiare.
  • In Italia, la moglie poteva essere il primo dichiarante.
  • In Germania, si era raggiunta una piena parità fiscale.
  • Negli Stati Uniti, i coniugi avevano libertà di scelta nella dichiarazione dei redditi.
  • Nel Canton Ticino, invece si era (e in parte si è ancora) nell’oscurità totale.

Da allora, si è fatta un po’ di luce, ma permane una questione fondamentale: la donna, una volta sposata, non è più considerata un soggetto fiscale autonomo.

Nel 1986 le stesse persone a cui si é aggiunta Patrizia Zarro-Ressiga-Vacchini elaborano un secondo documento che proponeva di modificare il modulo ufficiale della dichiarazione alfine di raggiungere la parità tra i soggetti fiscali in base al principio dell’uguaglianza uomo donna. Per non rimanere nel teorico hanno elaborato, preparato un modulo come esempio. In quegli anni l’informatica non era ancora utilizzata ciò malgrado sono riuscite a trovare degli accorgimenti. Nel 2025 con i mezzi a disposizione dovremmo essere capaci di rendere a ogni donna la sua autonomia fiscale con il suo numero AVS che dovrebbe seguirla dalla nascita.
Oggi mi ricollego all’iniziativa popolare federale “Per un’imposizione individuale a prescindere dallo stato civile” (Iniziativa per imposte eque), sostenuta in particolare dalle Donne liberali-radicali lanciata nel 2021-2022. Non è più accettabile essere semplicemente “il coniuge”, o – come accade nel Canton Ginevra – “la contribuente B”.
Abbiamo lottato per poter mantenere il cognome di nascita al momento del matrimonio e ora dobbiamo lottare affinché ogni persona rimanga un soggetto fiscale indipendente, a prescindere dallo stato civile. Il Parlamento ha approvato l’iniziativa in giugno, tuttavia, ora si trova di fronte a forti resistenze. Già 8 cantoni hanno proposto il referendum opponendosi all’introduzione dell’imposizione individuale, avanzando mille scuse fra cui la complessità dei moduli da riempire. Si andrà dunque a votare.

Vorrei tanto poter applaudire il successo di una battaglia che noi Donne PLR portiamo in avanti da quasi mezzo secolo ma purtroppo ci si scontra con mentalità che vogliono continuare a cancellare, dimenticare la donna sposata quale soggetto fiscale.

Roberta Scala Daldini