Le Donne PLR ticinesi sostengono con convinzione l’imposizione individuale approvata a livello federale e respingono l’idea di un referendum retrogrado che causerebbe solo costi inutili e ritarderebbe una riforma giusta che rispecchia la realtà sociale e da tempo necessaria. L’imposizione individuale è la più importante riforma per l’uguaglianza da decenni! Perché siamo a favore:
- È una misura di giustizia fiscale: ogni persona viene tassata in base al proprio reddito, non in base allo stato civile.
- Pone fine alla penalizzazione fiscale del matrimonio, denunciata dal Tribunale federale oltre 40 anni fa.
- Promuove l’indipendenza economica delle donne, rafforza le opportunità di carriera e la previdenza vecchiaia garantita da un secondo reddito, riduce la povertà degli anziani che oggi colpisce ancora in larga maggioranza le donne.
- Promuove l'attività professionale e lotta contro la carenza di manodopera qualificata: alla luce dei cambiamenti demografici, sarebbe negligente continuare a puntare su un sistema fiscale che sfavorisce l'attività professionale delle donne.
- L’argomento del “mostro burocratico” è esagerato: non è solo la digitalizzazione a fare la differenza, ma si creano anche automatismi che semplificano le procedure e viene meno il lavoro legato ai cambiamenti dello stato civile. Chi oggi si contrappone alla riforma con argomenti meramente amministrativi, probabilmente avrebbe criticato anche il diritto di voto alle donne affermando che l'invio di buste elettorali supplementari era troppo complicato.
La scelta di Centro e UDC di bloccare questo passo avanti attraverso un referendum è incomprensibile. L'obiettivo non dichiarato è quello di consolidare il modello familiare basato su un unico reddito, un modello ormai superato. L’imposizione individuale comporta è vero delle perdite fiscali che però sono relativamente moderate, pari a 600 milioni, rispetto all'iniziativa del Centro che secondo il Consiglio federale porterebbe a perdite fiscali ben maggiori: 1.4 miliardi, oltre al fatto che non contribuisce minimamente a incentivare le donne a lavorare. La riforma fiscale rafforza invece gli incentivi al lavoro per coloro che percepiscono un secondo reddito, le donne nella maggior parte dei casi, e anche i lavori meno retribuiti diventano redditizi.
La Svizzera ha bisogno di riforme orientate al futuro e non di resistenze che ne ostacolano il progresso. Chiediamo al Gran Consiglio di non dare seguito alla richiesta di Centro, UDC e Lega di aderire al referendum dei Cantoni Ticino contro l’imposizione individuale.
L'equità fiscale e la parità non possono e non devono restare parole vuote.
Il futuro non aspetta.