Molti degli ambiti toccati sono già regolati da normative cantonali e federali. L’istituzione di nuovi organi, controlli e obblighi di rendicontazione rischia di generare conflitti giuridici e aumentare inutilmente burocrazia e costi. A pagarne le conseguenze sarebbero i Comuni, le strutture, gli operatori e, in ultima analisi, i cittadini e le cittadine. Eppure, uno strumento efficace già esiste: i contratti di prestazione. Consentono di definire obiettivi chiari, responsabilità e criteri di qualità, garantendo controllo e flessibilità, senza imporre una struttura uniforme e rigida. Miglioriamoli, se serve. Ma non demoliamo ciò che funziona. Pensiamo soprattutto a chi ogni giorno opera nei servizi educativi, sociali e sociosanitari: professionisti, spesso donne, che conoscono da vicino i bisogni delle famiglie e delle persone fragili.
Serve fiducia, non nuove regole imposte dall’alto. «Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità» un titolo accattivante ma i suoi effetti concreti sarebbero controproducenti. Per questo, il 15 giugno 2025, votiamo NO.
Mari Luz Besomi-Candolfi
capo Cure presso Gentilcure
presidente DLRT