Una società più equa, grazie all’imposizione fiscale individuale

Finalmente ci siamo! Dopo anni di attesa, a fine 2022 il Consiglio federale ha avviato la procedura di consultazione per il passaggio all'imposizione fiscale individuale, che è terminata il 16 marzo di quest'anno. L'iniziativa delle DLR ha quindi ottenuto l'effetto desiderato, mettere la giusta pressione. Infatti, il Governo, il 30 agosto scorso, ha stabilito i parametri fondamentali per l’introduzione dell’imposizione individuale e di sottoporre al Parlamento entro il mese di marzo 2024 un disegno di legge.

Stiamo per assistere a una riforma epocale che non penalizzerà più le donne sposate che intendono rientrare nel mondo del lavoro dopo il parto o che desiderano aumentare la loro percentuale lavorativa. Un atto dovuto a tutte noi, ma soprattutto un riconoscimento anche a livello legislativo del nuovo modello di famiglia dei nostri tempi. La strada per questo grande passo è però ancora in salita. C'è chi sostiene che si tratta di una manovra molto costosa e con un onere amministrativo che non ne giustifica l'attuazione. Ma vediamo in concreto di che cosa si tratta.
È prevista l’introduzione dell’imposizione individuale a tutti e tre i livelli statali: Confederazione, Cantoni e Comuni. In futuro le coppie di coniugi saranno tassate separatamente come le coppie non sposate e dovranno compilare due dichiarazioni d’imposta distinte. Le deduzioni per figli in ambito di imposta federale diretta verranno aumentate da 6'600 a 12'000 franchi.
Tutti riconoscono che l’imposizione individuale ha il pregio di eliminare la “tassa sul matrimonio” esistente a livello di imposta federale diretta. Ma è innegabile che una riforma di questa portata comporterà giocoforza un onere amministrativo accresciuto. Onere che può però essere relativizzato sulla base dell'esperienza fatta con il passaggio dalla tassazione biennale a quella annuale. Va considerato inoltre che, grazie all'informatizzazione dei processi o all'emissione automatica delle decisioni in taluni casi, si può attenuare questo gravame.
La possibile penalizzazione delle famiglie monoreddito è relativizzata dall'aumento della deduzione per figli. Infine, le prospettate minori entrate di 1mia (di cui 200mio a carico dei Cantoni), risultano da una stima poco precisa e basata sull'aliquota attuale, che sarà adeguata nell'ambito del processo legislativo.
Ma l’effetto più importante, che non deve essere sottovalutato, è che si stima che grazie alla riforma vi sarà un aumento di donne che rientrano nel mondo del lavoro fino a 47'000. Un bel numero!

Direi quindi che ci sono tutte le basi per procedere a questo cambiamento se vogliamo una società al passo con i tempi e più equa.

Simona Genini
granconsigliera PLR